Commento allo Standard del Cocker Spaniel Inglese

di Giobatta Tabò

Dalla relazione tenuta al Corso di Aggiornamento Giudici di Piombino del 23 aprile 2005; il testo tra “virgolette” rappresenta una trascrizione dello standard ufficiale)

È opportuno partire dalla funzione a cui è destinato per sapere cosa cercare nel Cocker che entra nel ring.

È definito “sportivo, robusto, allegro, compatto” nella parte dello standard dedicata ai caratteri generali: ci aspettiamo quindi un piccolo atleta carico di vitalità e temperamento, costruito per svolgere un’attività in cui è richiesta resistenza, passione senza nessuna particolare specializzazione morfologica che porterebbe a sviluppare in modo specifico una o più parti


Se consideriamo un Greyhound, cane da galoppo veloce, vedremo come la sua costruzione sia specializzata: ad esempio gli arti posteriori sono più distanziati tra loro rispetto agli anteriori poiché, durante il galoppo veloce, al momento della massima flessione e contrazione della colonna vertebrale i posteriori si troveranno a passare all’esterno degli anteriori; il loro bilanciere avrà motivo di essere particolarmente lungo, lunghezza che nel Bulldog Inglese sarebbe, in rapporto alla sua funzione originaria, notevolmente controproducente, mentre ha senso che il collo in questo caso sia particolarmente corto e robusto.

Tornando al Cocker Inglese, proprio a proposito della lunghezza del collo, quando in passato nel paese d’origine si verificò la tendenza a produrre soggetti ipertipici con incollature eccessive, nello standard comparve la precisazione, a proposito del collo, “moderato nella lunghezza”: quindi ricerchiamo l’eleganza dell’incollatura, legata a una spalla ben arretrata e con un collo asciutto privo di giogaia, senza eccesso in lunghezza poiché questo, per un cane che deve riportare pesi anche consistenti, comporterebbe una fatica maggiore (aumento del braccio di leva), nello stesso tempo un bilanciere corto non sarebbe favorevole nel galoppo.

Un soggetto destinato a muoversi su terreni difficili, coperti di vegetazione intricata, cacciando per parecchie ore, deve possedere una buona capacità polmonare: considerando le dimensioni del Cocker e la sua compattezza, il torace non potrà avere un preponderante sviluppo in altezza e profondità, come avviene ad esempio nei Levrieri, e pertanto la larghezza del petto e la cerchiatura delle coste dovranno rivestire una notevole importanza: tra gli arti anteriori devono passare agevolmente le 4 dita della mano; tra gomiti e coste non si dovrà avere, nascosto dalle frange, un vuoto eccessivo; a questo proposito un buon presentatore può ingannare quando si osserva il cane in stazione: il movimento poi farà giustizia.

Ancora a proposito della funzione: durante l’azione di caccia il Cocker deve penetrare i roveti per forzare la selvaggina; per compiere questa operazione il mantello deve avere sufficiente densità per la protezione dalle spine ma, nello stesso tempo, avere tessitura setosa e frange moderate: un manto eccessivamente abbondante, lanoso e non piatto (quindi facile ad annodarsi) bloccherebbe il cane; anche in questo caso nessuna esagerazione.

Da queste considerazioni funzionali deriva che, nel nostro ring, tra i soggetti presenti, dobbiamo ricercare la buona andatura e muscolatura del piccolo atleta, la costruzione compatta del galoppatore, le corrette angolazioni per un movimento redditizio, dotato di efficiente spinta e allungo, il mantello adeguato e in condizione. In altre parole la prima impressione deve essere quella di massimo equilibrio, gradevole armonia delle parti, impronta atletica e forte senza grossolanità, eleganza non leziosa o fragile: il tutto mosso da una carica di vitalità ed energia concentrata in piccola misura ed espressa dall’attività della coda e dal ritmo dell’andatura che deve prendere molto terreno.

Parlando di tipo, il primo riferimento va alla testa; possiamo aggiungere qualche precisazione in più rispetto a quanto compare nello standard: deve essere lunga, in particolare nel maschio: è importante il dimorfismo sessuale, parecchi maschi hanno teste femminili; non dimentichiamo la funzione di cane da riporto. La lunghezza deve possibilmente superare i 4/10 dell’altezza al garrese e il rapporto cranio/muso è 1:1.

Gli assi cranio-facciali sono leggermente divergenti: a questo proposito è bene fare attenzione e penalizzare quei soggetti (se ne cominciano a vedere più del normale) con divergenza particolarmente accentuata e stop insufficiente. Qualche volta a teste lunghe si associa un’anomala riduzione dei diametri trasversali: posizione degli occhi troppo ravvicinata, teste scarne, parietali a tetto (scarso sviluppo dei muscoli temporali); generalmente in associazione alle teste strette si verifica anche la carenza di larghezza del petto, del dorso, della groppa: scarso sviluppo muscolare e poca cerchiatura delle coste; a groppa troppo stretta si abbinano posteriori che, in movimento invece che paralleli e correttamente distanziati, appaiono “a cavalletto”, come se originassero da un solo punto. Ovviamente quando si parla di cesello, caratteristica richiesta alla testa del Cocker, non si intende testa scarna, ma dotata di cute sottile, non appesantita da tessuto sottocutaneo e ben aderente alla base anatomica sottostante.

Si ricerca anche il parallellismo delle facce laterali del muso, la quadratura e il corretto profilo laterale del labbro superiore, notevolmente sempre nel rispetto del concetto di armonia ed essenzialità: quindi non labbra pendule accompagnate generalmente da giogaia. Nel caso di cute lassa, spessa e rugosa anche l’espressione viene negativamente modificata: l’occhio definito “grande” nello standard, appare infossato; le palpebre, sottili e ben pigmentate, sono aderenti  (essenziale per un cane che lavora nel folto); l’ectropion favorirebbe l’inserimento di corpi estranei nella congiuntiva: questo difetto, un tempo diffuso, oggi appare raramente e quindi da penalizzare decisamente se riscontrato.


L’espressione, elemento fondamentale del tipo, nel Cocker Inglese è particolare: nel linguaggio comune un certo sguardo tenero, adorante, viene definito “da Cocker”; l’espressione è legata alla posizione degli occhi (semilaterale), alla distanza tra questi, alla loro dimensione (piuttosto grande), alla forma (non tonda, non a mandorla), al colore (scuro, intenso) e a quel “qualche cosa” che viene da dentro (carattere, temperamento, disponibilità) e forse a qualcosa di più.

All’eccesso di pelle è generalmente associata una errata inserzione dell’orecchio: inserzione troppo bassa. L’orecchio corretto, lobulare, è inserito sulla linea dell’occhio; la sua lunghezza, senza considerare la frangia, arriva alla punta del tartufo; oltre rappresenterebbe impaccio nel lavoro: nell’azione di cerca, con naso sulla traccia, finirebbe sotto i piedi del cane; spesso nei soggetti portatori di questo insieme di caratteri linfatici il temperamento è poco Spaniel: caratteri infidi e talvolta mordaci.

Caratteristica che ha attinenza con il tipo è la capacità espressiva del movimento della coda, sia nell’azione di caccia, sia nei diversi comportamenti di vita quotidiana; anche nelle recenti precisazioni dello standard relativi alla coda integra si parla di “vivace movimento”: uno Spaniel che non muove la coda o, ancor peggio, che la porta in mezzo alle gambe è un cane muto e non può ottenere Cac e Cacib.

Osserviamo anche l’inserzione: “leggermente più in basso della linea dorsale” e il portamento: “non oltre la linea dorsale e neppure troppo in basso” (segno di timidezza); la timidezza rappresenta difetto importante in tutti gli Spaniel, negativo per l’utilizzo nel lavoro e non solo per questo. È il caso di evidenziare la diversità con il Cocker Americano dove l’inserzione è decisamente sul prolungamento della linea dorsale (quindi un po’ più alta) e il portamento orizzontale o leggermente rialzata (non a Terrier, non bassa). La vivacità del movimento resta comune denominatore per tutti gli Spaniel.

Fa parte delle caratteristiche di tipo il mantello: tessitura setosa e piatto, come nella maggior parte degli Spaniel; è chiaro che un mantello lanoso, con tendenza ad arricciarsi e annodarsi, tratterrà maggiormente quanto è presente nella vegetazione del terreno di caccia; questo vale non solo per il cane che lavora: la tessitura corretta è molto vantaggiosa per la facilità di manutenzione e toelettatura; a questo proposito anche per il Cocker Americano, non obbligatoriamente sottoposto a prova di lavoro, lo standard raccomanda l’attenzione alla tessitura e all’eccessiva abbondanza del mantello. In un manto corretto il pelo dovrebbe essere naturalmente corto sulla faccia anteriore degli arti anteriori, sulla faccia anteriore del metatarso, su muso e cranio; nel ‘naturalmente corto’ si ammette la presenza di pochi peli più lunghi facilmente strippabili. È da penalizzare la toelettatura con spudorato uso della tosatrice su muso, cranio, collo e, ancor più grave, sul dorso; un simile intervento, a dir poco disinvolto e drastico, è volto a nascondere un pelo riccio, lanoso e di lunghezza diversa da quella richiesta, oppure, nel caso di manto complessivamente corretto, un metodo spiccio per sveltire toelettatura e manutenzione. Per quanto riguarda il colore teniamo presente che nei manti unicolori il bianco non è ammesso ad eccezione del petto.

Lo standard spende poche parole sul movimento“azione combinata con forte spinta e buona presa di terreno”; poche ma significative anche in riferimento al lavoro del Cocker. Anche a questo proposito torniamo al concetto di armonia ed equilibrio senza dispendio di energia che non sia destinata all’economia della funzione.

Da posteriori ben angolati senza esagerazione sostenuti da metatarsi corti su piedi tondi e ben chiusi parte una spinta vigorosa che si trasmette al ponte solido composto da una groppa lunga, muscolosa e leggermente inclinata, da un tratto lombare corto e muscoloso, da un dorso rettilineo: queste parti, ben saldate tra loro, esprimono un profilo superiore leggermente risalente verso il garrese, un profilo con continuità armonica senza spezzature (la lunghezza dalla radice della coda al garrese è uguale all’altezza al garrese stesso); attraverso questo ponte stabile e compatto la spinta si trasmette a un anteriore adatto a riceverla e capace di un notevole allungo per una “buona presa di terreno” come recita lo standard. Questa condizione ideale non sempre si verifica specialmente per quanto riguarda l’anteriore: non sempre la spalla è sufficientemente inclinata, non sempre il braccio ha sufficiente lunghezza, mentre spesso l’angolo scapolo-omerale è troppo aperto: ricordo che spalla, braccio e avambraccio dovrebbero avere approssimativamente la stessa lunghezza e che l’altezza al gomito dovrebbe essere la metà dell’altezza al garrese. Le condizioni difettose suddette non permettono all’anteriore un allungo soddisfacente con la conseguenza di non poter utilizzare pienamente una valida spinta del posteriore.

Se alla corretta combinazione dell’azione del posteriore e dell’anteriore si affianca il portamento parallelo degli arti e una armoniosa coordinazione certamente avremo un’andatura redditizia ed efficace; se inoltre a tutto ciò si associa il tipico e attivissimo movimento della coda che segnala l’intenso e gioioso temperamento Spaniel, allora ci arriva quell’emozione che il Cocker sa trasmettere.

Nel giudizio, sia per il Cocker Inglese ma ancor più per l’Americano, non confondiamo l’agitazione, creata dall’abilità del conduttore, con il movimento vivace e sciolto: qualche volta chiediamo di lasciare allentato il guinzaglio in modo che il soggetto si muova naturalmente senza essere trasportato, appeso per il collo; quello sarà il momento della verità.

Un’ultima considerazione: negli ultimi aggiornamenti degli standard, ricevuti dalla FCI, appare costantemente, tra i difetti, quanto segue: “ogni cane che mostri chiaramente anormalità psichiche o comportamentali deve essere squalificato”; questa aggiunta mira giustamente a evidenziare l’importanza del carattere; credo però che, parlando di squalifica, si debba usare cautela; al di là di criptorchidismo, monorchidismo, egnognatismo, difetti riconosciuti universalmente da squalifica, gli altri pur gravi siano da considerare difetti eliminatori che escludono dal giudizio e non dalla riproduzione.