Commento allo standard del Cocker Americano

di Giobatta Tabò

Nella classificazione FCI il COCKER AMERICANO rientra, nella sezione 2 del gruppo 8°, tra i “cani da cerca senza prova di lavoro” ma, forse in considerazione delle sue origini di cane utilizzato per la caccia, nei caratteri generali riportati nello standard si dice: “deve in movimento dimostrare una spiccata attitudine al lavoro”, affermazione che poco si accorda con il tipo di mantello dalle frange piuttosto ricche, mentre risulta significativa nei confronti di costruzione, robustezza, solidità e temperamento; viene definito “il più piccolo del gruppo delle razze da caccia” e si sottolinea, contemporaneamente all’eleganza e alla raffinatezza “compattezza, solidità e un posteriore forte e muscoloso”: in altri termini questa serie di indicazioni dello standard sta a significare che non si deve pensare e accettare, parafrasando, “sotto il mantello… niente”.


Recentemente lo standard del Cocker Americano ha modificato l’indicazione relativa alla costruzione iscritta nel quadrato con la precisazione, alla voce “proporzioni importanti” che “la lunghezza dalla punta del petto alla faccia posteriore della coscia è leggermente maggiore dell’altezza al garrese”, quindi molto compatto ma iscritto in un rettangolo seppur molto contenuto; decisione e modifica inevitabile per poter “permettere un’andatura sciolta e diritta” come si precisa ancora nello standard: infatti spesso nei soggetti particolarmente corti si verificava un’andatura con posizione diagonale del tronco rispetto alla direzione di marcia. Questa modifica non deve rappresentare un alibi per accettare e valorizzare soggetti non sufficientemente compatti: capita di vedere nei ring Cocker Americani meno compatti degli Inglesi, bassi sugli arti e con garrese poco elevato.

Si deve ricercare nel profilo, oltre alla compattezza dell’insieme, una linea che discenda dolcemente, in modo regolare e senza spezzature, dalla nuca all’inserzione della coda; lo stacco della nuca è ben marcato, accentuato dall’arcuatura superiore del collo; questo profilo è una caratteristica distintiva della razza: è una silhouette che può sussistere solo con un’adeguata incollatura asciutta, una spalla ben arretrata, un garrese ben elevato, un tronco corto, una groppa in perfetto allineamento e prosecuzione della linea del tronco e del rene.

Lo standard, parlando in generale della testa, recita in modo piuttosto approssimativo “deve essere in armonia con il resto del cane”; “in armonia” vuol dire che la dimensione non deve stonare con quella del corpo; anche se consideriamo che il muso è corto (metà della lunghezza del cranio), complessivamente la testa non deve essere troppo piccola, soprattutto nel maschio (è importante il dimorfismo sessuale); è fondamentale non dimenticare che si tratta di una razza compresa tra i cani da caccia con antica funzione di riporto. Generalmente in esposizione le caratteristiche del cranio sono vicine a quelle richieste dallo standard mentre per il muso troviamo spesso carenze in lunghezza e soprattutto in profondità e larghezza (visto di fronte il muso deve avere la stessa larghezza del cranio); spesso all’insufficiente larghezza del muso si associa una guancia saliente il che accentua la mancanza suddetta; la poca profondità (debolezza della mascella) poi stona particolarmente poiché il cranio ha una certa altezza. Ricercate quindi la quadratura del muso, che è possibile solo se la larghezza e la profondità sono adeguate.

è importante ricercare anche il cesello sotto gli occhi: la cute non deve formare rughe o essere rilassata.

 

Anche per l’Americano l’espressione si definisce “vivace, dolce, adorante”; la posizione dell’occhio è però sub-frontale quindi più diretta in avanti rispetto all’Inglese (per il quale la posizione è semilaterale); le palpebre devono essere ben aderenti, ma non sempre è così; la forma non deve essere troppo rotonda.

 

In quel profilo ideale, caratteristico, descritto sopra, il collo, privo di giogaia, si armonizza con grande eleganza e continuità con il tronco, collegandosi senza interruzione con un garrese elevato: situazione questa possibile solamente se, come con precisione descrive lo standard, la spalla risulterà “ben inclinata formando con l’omero un angolo di circa 90°”. è questo un punto dolente in molti soggetti. Quando però si riscontrano le condizioni descritte, il movimento è davvero entusiasmante: se a un anteriore corretto il posteriore ben angolato, senza eccessi, fornisce un’adeguata spinta, si può constatare come gli arti anteriori vadano decisamente a cercare il suolo il più avanti possibile, mentre il profilo superiore, solido e corto, si mantiene leggermente rimontante verso il garrese; naturalmente il risultato richiesto è completo se il giusto temperamento Spaniel, vivace ed entusiasta, fornisce la necessaria energia.

Purtroppo più frequentemente l’angolo scapolo-omerale è più aperto di quanto recita lo standard: quando ciò è dovuto alla poca inclinazione del braccio sull’orizzonte, mentre l’inclinazione e la lunghezza della spalla è corretta, l’andatura risulta ancora soddisfacente, il peggio si verifica quando la scapola è poco inclinata e il braccio carente in lunghezza: allora l’allungo è veramente limitato, il collo esce bruscamente; questa andatura spenta si evidenzia particolarmente con il guinzaglio allentato, cioè quando il cane si muove in modo naturale senza essere portato appeso.

 

Nella descrizione degli arti lo standard precisa “di ossatura forte e muscolosi”: bisogna constatare queste condizioni sotto il mantello, toccando il cane poiché, mentre certe carenze vengono poi evidenziate dal movimento, altre possono essere celate dal manto; questo vale anche per il piede, nascosto dalle frange; già che ci siamo passiamo le quattro dita della mano tra gli arti anteriori poiché il petto non deve essere stretto: il torace deve scendere al gomito ed essere ben cerchiato, ci sono molti casi di carenature con eccessivo vuoto ai gomiti.

 

Il movimento della coda, caratteristica di tipo come per tutti gli Spaniel per i quali ha vera funzione di linguaggio, deve essere vivace e allegro; è bene evidenziare la differenza di inserzione rispetto al Cocker Inglese per il quale deve essere leggermente più in basso del prolungamento della linea dorsale, mentre per l’Americano è decisamente sul prolungamento della stessa (ovviamente ciò è possibile con una groppa poco inclinata). Il portamento è orizzontale o leggermente rialzato (non a Terrier, non basso) mentre per l’Inglese non deve superare l’orizzontale.

Per il mantello, ad eccezione delle frange più abbondanti e più lunghe, la tessitura e la distribuzione del pelo è quella del Cocker Inglese; diamo la giusta importanza a quanto precisa lo standard a proposito delle frange “ben frangiati ma non in modo eccessivo da nascondere le vere linee e il movimento, da influire sul suo aspetto e funzione di cane da caccia dal mantello moderato”; spesso nei giudizi si dimenticano le molte precisazioni dello standard relative al mantello: “corto e fine sulla testa”, “sul tronco di media lunghezza”; viene inoltre segnalata l’importanza della tessitura setosa; viene sollecitata la severa penalizzazione del mantello troppo abbondante, riccio o lanoso; viene sconsigliato l’uso della tosatrice sul dorso. Queste numerose precisazioni hanno un significato: sulla testa e sul muso l’eventuale presenza di peli più lunghi dovrebbe essere “strippata” e non tosata; sul dorso la giusta qualità e la corretta lunghezza del pelo non dovrebbero aver bisogno della tosatrice: se questo trattamento viene adottato è chiaro che in quella regione il mantello è irrecuperabile e quindi da nascondere; la tosatrice viene usata in modo accettabile dalla gola alla punta dello sterno e per l’inserzione delle orecchie; la toelettatura delle frange deve essere tale che si possano intuire le parti sottostanti differenziando anteriore, tronco e posteriore. è decisamente negativa per la valorizzazione del soggetto una frangia continua, come una tenda, che va dalla punta dello sterno alla punta della natica.

Per i colori le indicazioni dello standard non potrebbero essere più precise; poniamo attenzione ai mantelli focati: soprattutto all’estero arrivano nei ring soggetti con focature solo accennate che debbono essere penalizzati; per i difetti del colore, nelle precisazioni dello standard, si parla con disinvoltura di squalifica: credo che sia sufficiente e più corretto sostituire questo termine con “eliminazione dal giudizio”; la stessa considerazione vale per la taglia dove, superando in più o in meno il mezzo pollice (1,25 cm), si parla di squalifica: di fronte a un soggetto di grande tipicità e con spiccate qualità generali credo non sia il caso di essere eccessivamente fiscali.